E. Majorana

E. Majorana era talmente genio che nella sua vita aveva pensato bene di restare in bilico tra morte e vita, certezza e dubbio.

Foglie
Tra morte e vita

Alle superiori frequentavo una scuola rinomata a Palermo sia per la novità dei corsi che si tenevano, chimica e tecnologie alimentari per esempio, sia per la bravura degli insegnanti che vi operavano.

La scuola era intitolata ad un genio della fisica moderna, il siciliano Ettore Majorana, scomparso fra Napoli e Palermo nel 1938.

Era talmente genio che scriveva nei suoi pacchetti di sigarette teorie e calcoli che i suoi colleghi, i ragazzi di via Panisperna a Roma (alla sequela di Enrico Fermi), venivano puntualmente delusi, desiderosi com’erano che li rendesse noti e li pubblicasse.

Lui, quei pacchetti, appena esposti, li buttava via.


Come Galilei e Newton

Subito dopo aver appreso della sua scomparsa Enrico Fermi, che lo aveva paragonato per capacità a Galilei o Newton, diceva di lui:

“Con la sua intelligenza, una volta che avesse deciso di scomparire o di far scomparire il suo cadavere, Majorana ci sarebbe certo riuscito. Majorana aveva quello che nessun altro al mondo ha; sfortunatamente gli mancava quel che invece è comune trovare negli altri uomini, il semplice buon senso.”

http://www.isitmaiorana.altervista.org/EttoreMaiorana.htm

Ancora oggi si cerca di studiare la sua teoria dell’antimateria, quella teoria neutrino e antineutrino che spiega che in sè la materia possiede anche l’antimateria.

L’obiettivo del post non è quello di trattare l’argomento ma quello di scrivere di quei ‘piatti della bilancia’ che oscillano tra genio e sregolatezza, razionalità e follia, condivisione e solitudine.


Dov’è il confine

Dove sta il confine (ammesso che ci sia!) visto che ciascuno di noi si è trovato nella propria vita, almeno per una volta, a ‘viaggiare’ oscillando fra questi limiti, probabilmente non sapendo né come né perché, e facendo i conti con le proprie debolezze…!?

Quante volte per un periodo di tempo, seppur breve, siamo ‘scomparsi dal mondo’ e siamo stati definiti dalle persone attorno a noi ‘a-normali’ più o meno velatamente…!?

Ma poi cosa vuol dire essere normali in questo mondo!?

E ancor di più è conveniente e salvifico esserlo!?

Tutti quanti dovremmo in qualche modo fare attenzione a ri-trovare la strada per la propria redenzione, quella cioè che ci allontana dagli atteggiamenti errati ed egoistici e perseguire quella che l’evangelista Matteo riporta al capitolo 22:

“e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»”.

Mt 22,35-40

E’, a mio avviso, come se fosse un percorso di cura e riabilitazione del proprio essere che rientra in quella assunzione di responsabilità verso se stessi e la società civile.


Agli occhi di Dio

Prima di tutto è di ‘risposta’ agli occhi di Dio, che edifica la società stessa, l’umanità intera ed il Creato, che avviene gradualmente, deve godere di una certa autonomia e beneficiare della ri-scoperta della propria dignità e del proprio valore umano.

Per tornare a trattare il concetto di anormalità, riporto quello che la Treccani definisce come ‘anormale’:

“Che non segue la norma e le leggi naturali – In neuropsichiatria sono quei soggetti che presentano uno scadente livello dei poteri intellettivi o un’incompleta o disarmonica formazione del carattere, o entrambi i disturbi contemporaneamente”

http://www.treccani.it/vocabolario/anormale/

E qui il mio pensiero è rivolto a quegli individui fragili psicologicamente, che si affidano più o meno volontariamente agli specialisti sia pubblici che privati per la cura e riabilitazione del proprio stato psicofisico.

Recentemente io e mia moglie abbiamo letto due libri sui metodi di insegnamento per bambini dai 2 ai 6 anni della Montessori, sia per imparare a leggere e scrivere sia per la scoperta del mondo.

Ieri ho posto questa domanda a mia moglie, la quale ha un più spiccato senso educativo/curativo:

“E se si applicasse il metodo Montessori alle persone con difficoltà psichiche?”

Nella mia vita ho desiderato poter aiutare persone con difficoltà psichiche a qualsiasi livello e non so se un giorno avrò la possibilità di applicare il metodo Montessori…!

In fondo questo è già un passo avanti; certo questo sito è la forma avanzata del pacchetto di sigarette di Ettore Majorana, ed anche questo posso decidere di “buttarlo” via , come faceva lui.

Sono però uno sfegatato amante della vita, con le mie debolezze, è normale, ma, in fondo, desideroso di ESSEREBENESSERENATURA per me, per gli altri e per Dio.

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