Viviamo una continua trasformazione che avviene partendo dalla particolare attenzione che ci mettiamo nella cura degli elementi della vita.
Quando ero ancora studente all’università di Padova si alimentò nel mio cuore la necessità di andare alle origini della chimica e degli elementi della vita. La chimica con i suoi laboratori fatti di reagenti, vetreria e strumenti mi aveva portato a raggiungere quei momenti storici legati a personaggi come Antoine-Laurent Lavoisier
(Parigi, 26 agosto 1743 – Parigi, 8 maggio 1794) o Joseph Priestley (Fieldhead, 13 marzo 1733 – Contea di Northumberland, 6 febbraio 1804)
e quindi ad approfondire lo studio della storia della chimica.
Andai in libreria e acquistai un libro, quasi un manuale, intitolato appunto “Storia della Chimica – dalla ceramica del neolitico all’età della plastica” (a cura di Antonio Di Meo, A.A.V.V. – Marsilio Editori) e iniziai a leggerlo.
Trovai e fui affascinato da un’immagine del banco e strumentario chimico di Pietro Leopoldo I, granduca di Toscana del sec. XVIII conservato al Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.
Decisi di andare a vederlo dal vivo e quello che trovai in quel museo mi permise di tuffarmi in un mondo a dir poco affascinante e a tratti misterioso.
Alla ricerca delle origini
A distanza di più di una ventina d’anni torno a desiderare di andare alle origini di questa scienza, di rispolverare quel manuale.
Un tentativo di tornare ad ‘odorare’ le mie origini professionali se non addirittura anche umane e spirituali, e perché no…, le nostre origini.
Vengo al dunque, ed è questo!
Nel saggio di Paola Carusi dal titolo “L’alchimia” del manuale che ho acquistato, si legge:
Il mondo è un unico organismo vivente e sacro, e le sue parti sono come organi che interagiscono tra di loro. Il cosmo è regolato da una fitta rete di corrispondenze; sulla terra relazioni miracolose legano uomini, animali, piante, minerali, ordinandoli secondo mondi paralleli; nei cieli le rotazioni dei pianeti inscritte rigorosamente l’una nell’altra, liberano la perfetta successione di suoni dell’ottacordo pitagorico; tra cielo e terra si intrecciano corrispondenze di influssi, che determinano e spiegano ogni modo di essere e di divenire. Assonanze e dissonanze, simpatie e antipatie regolano aspetti, comportamenti, proprietà fisiche e chimiche.
(ibidem – pag 38, saggio di Paola Carusi)
E ancora scrive:
Una provvidenza domina il mondo, un principio ordinatore lo conduce al suo fine. L’organismo imperfetto della natura si trasforma in vista di un perfezionamento, tutte le trasformazioni sono dal meno perfetto al più perfetto, dallo squilibrato concorrere dei quattro elementi al perfetto equilibrio della composizione. Nelle miniere i minerali maturano cercando di giungere alla massima perfezione da essi raggiungibile: in particolare i metalli lentissimamente ma sicuramente si trasformano in secoli e millenni in oro.
e continua:
Anche l’operatore chimico opera trasformazioni che vanno dall’imperfetto al perfetto, dal vile al prezioso. Il fabbro forgia spade e scudi decorati a partire dagli informi sassi che il minatore ha estratto dalle miniere, il vetraio soffia bolle trasparenti da materiali opachi e dà loro splendidi colori che l’avara natura riserva solo alle gemme. L’alchimia è fatta di reazioni irreversibili: se la natura opera nell’unico senso del miglioramento, anche l’uomo non può che fare altrettanto.
(ibidem – pag 42, saggio di Paola Carusi)
Con le emozioni del cuore
Per onestà intellettuale e professionale, è vero che nel saggio dell’autrice, ricercatore in pensione dell’Università “La Sapienza” di Roma, si evince una vena di scetticismo e incredulità.
Se questo scritto lo si legge però con le emozioni del cuore e non solo con pura visione razionale, in fondo è anche vero che ciascuno di noi, alla costante ricerca della verità e della perfezione, opera su sé stesso, e può operare sugli altri, come quell’alchimista che trasforma i metalli ‘imperfetti’ in oro.
I quattro elementi
È un passaggio, una trasformazione continua che può avvenire partendo dalla particolare attenzione che ci mettiamo nella cura dei nostri 4 elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco;
il resto lo fa l’amore di Dio capace di dare la vita ad ogni cosa, di rigenerarla anche, nonostante il costante tentativo del male di “inquinare” il mondo e l’animo dell’uomo.
