La Dracma perduta

Il dramma della Dracma perduta si tramuta in festa

Per curiosità ho cercato il valore di una Dracma e ho trovato che equivale ad una “giornata di lavoro“.

Con la Dracma perduta, ho immaginato questa donna impegnata nei suoi vari lavori per far quadrare i conti in casa e mi è venuta in mente l’operosità della madre di S. Teresa di Lisieux, commerciante di merletti che si era adoperata come non mai per offrire una dote decente alle proprie figlie.

La Dracma che prima era nel sacchettino della donna tutto ad un tratto non c’è più, non si sa come l’abbia persa… forse nel modo di trafficarla, oppure l’avrà usata per uno dei suoi affari e poggiata da qualche parte, gettata nel dimenticatoio dei ricordi.

Il momento del ricordo

Ma ecco, arriva il momento, tra i tanti affari della donna, che nella mente si riaccende la memoria di quel bene, corrispondente alla giornata di lavoro, che le serve; sta facendo contabilità e dice tra sé e sé:

“Ma io l’ho conservata? L’ho rimessa in un posto custodito, insieme alle altre, per dargli il giusto valore?”

Conoscendo noi donne, immagino l’ansia, la preoccupazione che sale e inizia così la ricerca.

La Dramma perduta e la lucerna

Nelle case di allora l’accumulo della polvere era facile considerando che non c’erano i pavimenti come quelli delle nostre case, men che meno la luce elettrica: click, premi un bottone ed ecco la casa illuminata da mille punti luce.

Lei accende la lucerna, spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova.

E lì il bene che esplode nella condivisione con le amiche della Dracma ritrovata.

Ho provato a far risuonare la Dracma e il suo significato dentro di me.

La Dracma e il prezzo del lavoro di una giornata mi ha fatto pensare alla parabole degli operai della vigna, tutti pagati allo stesso modo, con un soldo, indipendentemente dall’ora in cui questi uomini si mettono al lavoro. Quel soldo è l’amore.

Mi ha fatto pensare all’ansia dell’uomo e di quando tanta fatica viene dispersa e genera smarrimento.

Invano l’uomo si affanna e lavora tutto il giorno,

Sal 126

Ho pensato anche all’utilità, a volte, dello smarrimento perché consente di fermarsi e fare il punto della situazione e dare il giusto valore alle cose. Senza fatica non si può sperimentare la gioia.

La moneta e l’unità coniugale

Le facce della medaglia mi hanno aiutato a riflettere sull’Unità Coniugale. Due aspetti dello stesso bene. Uomo e donna lo creò. Maschio e femmina lo creò.

A tutta la fatica e l’impegno che ci vuole perché queste due parti della moneta rimangano unite per essere insieme un bene e un bene che non si perde, che non si diperde.

E poiché la Dracma equivale alla fatica di un giorno, ho pensato che se non si tengono a memoria le fatiche quotidiane che aumentano nel tempo il valore dello stare insieme, del bene che si promette reciprocamente, rischia di andare tutto perduto, come coppia, come famiglia e come comunità.

La Misericordia di Dio la vediamo nel dare il giusto valore alla fatica e alla gioia di ogni giorno, facendo nostra la preghiera:

Insegnaci o Signore a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.

Sal 90, 12

(di Giovanna Mastrogiovanni)

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