In quel tempo c’erano due piccoli amici che condividevano momenti di gioco e di svago sotto una stella serena e spensierata, come solo i giovanotti sanno fare; avevano condiviso talmente tante cose che non si vergognavano entrambi di una piccola passione, un capriccetto verde, che gelosamente l’uno e accuratamente l’altro si compiacevano di fare con gesti seri e abitudini quotidiane da veri adulti.
Era loro consuetudine scambiarsi reciproche informazioni sul capriccetto verde di entrambi anche se questo veniva realizzato per conto proprio come se ognuno ne fosse il proprietario indiscusso e assoluto. In verità l’oggetto del capriccetto era uguale per entrambi, così come la passione che ci mettevano era la stessa, quello che cambiava era l’uso stesso dell’oggetto: l’uno se lo gustava consumandolo immediatamente fresco fresco, l’altro lo accumulava a pallina sempre più grande con lo scopo di conservarlo.
Le attività di entrambi aumentavano soprattutto quando arrivava l’inverno, con i suoi primi freddi, quando cioè il naso cominciava a produrre di più e i due giovanotti si apprestavano a fare ‘pulizie di casa‘ straordinarie. Sembravano come la cicala l’uno, che consumava quotidianamente, e la formica l’altro, che conservava sistematicamente; l’uno che viveva alla giornata, l’altro che pensava per il futuro.
In fondo sembrava che nessuna delle due passioni fosse sbagliata solo che quando ci si mettevano, l’uno non dava importanza a quello che faceva l’altro e viceversa.
Le attività sembrava funzionassero alla perfezione e nessuno dei due amici pareva volesse smettere ma piano piano l’amichetto che consumava quotidianamente incominciava ad invidiare l’idea di farsi qualche pallina mentre quello che faceva le palline sistematicamente incominciava piano piano ad invidiare l’idea di consumarle.
Le cose diventavano via via diverse da come erano nate e ora i due amichetti, l’uno faceva quello che l’altro godeva nel fare inizialmente e viceversa.
Nella nuova situazione l’uno incominciava a beffeggiare l’altro, e quest’ultimo, iniziava a non capire il primo, fino a quando le liti incominciavano a farla da padrone.
Da quando avevano lasciato che l’invidia modificasse le passioni di sempre i due in fondo non erano poi più tanto amici. Era come se avendo rinnegato ciascuno il proprio passato avessero rinnegato anche l’affetto che contraddistingueva la loro amicizia.
Spesso lasciamo che la nostra persona cancelli il proprio trascorso, il proprio vissuto, che lo rinneghi addirittura a causa di sentimenti negativi, convinti come siamo che questo non ci possa danneggiare anzi che possa farci superare le ferite che essa porta. Ma questo conduce all’assurdo quanto impossibile annichilimento dei nostri affetti, delle nostre passioni, alla morte stessa di noi stessi, ma soprattutto all’isolamento dai nostri affetti più cari.