Ieri una mia amica mi ha raccontato di quella volta che se ne era andata via la luce dal suo appartamento e non riusciva a fare mente locale dove avesse messo le candele e, tanto meno, riusciva a vederne in giro; lei ne tiene sempre qualcuna di scorta a casa…, mi aveva confidato…:
“Ho sempre paura che un giorno la corrente elettrica non sia più a nostra disposizione!”.
A un certo punto stanca di cercare si rassegna e pensa alla soluzione più immediata…, la torcia del cellulare:
“Chiaro! perché non ho pensato subito al cellulare!”.
Era messo sotto carica ma senza corrente non aveva fatto in tempo a ricaricarsi; lo prese, accese la torcia ma appena si mise in cerca delle candele si scaricò del tutto e rimase nuovamente al buio. Presa dal nervosismo pensò immediatamente ad un’altra soluzione:
“Adesso uso il metodo al femminile…accendo i fornelli! Dov’è l’accendino? Ah si! Nel ripiano vicino al piano cottura”.
Mi aveva raccontato con un pizzico di vergogna che di accendini ne teneva sempre un numero infinito nel ripiano perché puntualmente quando si scaricavano di gas non si premurava a ricaricarli con la bomboletta… quello era un compito di suo marito!.
“E adesso cosa faccio?”
Aveva pensato allora a quello che sua sorella, quand’era più piccola, faceva sempre nel buio della sua stanza: stare in silenzio, mettersi a pregare e chiedere aiuto al Signore di allontanare ogni paura.
“Beh! Farò anch’io così, pregherò il Signore affinché faccia tornare presto la luce attorno a me!”
Seduta nel divano, in un silenzio assordante, pronunciò le prime parole al Signore, ricche di paura ma anche di speranza. Appena riuscì a “raccogliere” tutta se stessa in comunione con Dio le venne in mente che nel piccolo comodino bianco del salotto aveva conservato una scatolina di fiammiferi che suo padre aveva conservato sapientemente. Ricorda ancora le sue parole…
“Quando tutto intorno a te diventa buio, di quel buio che non vedi neanche ad un palmo dal tuo naso; quando neanche tutte le persone che ti stanno attorno, neanche i tuoi cari, sono in grado di farti vedere una via da percorrere; quando hai perso la speranza di trovare candele, accendini e torce, non esitare a guardarti indietro, a ricordare quando ti tenevo sulle ginocchia e mi rimproveravi perché, desideroso di fumarmi una sigaretta, non sopportavi il puzzo dello zolfo appena acceso di quei fiammiferi che a me piacevano tanto. Li metto qui dentro sono sicuro che un giorno ne avrai bisogno”.
Adesso la mia amica dentro al cassetto del comodino, insieme ai fiammiferi tiene anche le candele, perché quelle piacciono tanto a lei; non ha più paura di rimanere senza corrente elettrica, anzi ogni tanto spegne la luce, si mette a sedere nel suo divano accanto al comodino bianco e ringrazia il Signore per il dono della vita.
Palermo 19 settembre 2017
Caro Massimo ,bella riflessione ! Effettivamente noi ,nella società attuale, siamo diventati schiavi delle tecnologie, basta che se ne vada la luce ,perché tutte le nostre certezze crollino ,siamo troppo dipendenti dall’energia elettrica , nemmeno il “magico ” cellulare ci può togliere dai guai ……Ma al di la della storia dal lato pratico ,è bello notare che quella persona si è messa a pregare ,l’uomo ( ma anche la donna !) pensa di avere tutto sotto controllo ,poi scopre di essere fragile ,solo Dio può tutto ……Buona giornata a te e famiglia …..
Caro Costantino, tu sai meglio di me cos’è più importante nella vita. Affidarci a Dio è tra le cose che maggiormente ci fa scoprire la bellezza di quello che realmente ci rende felici!