Non ho mai avuto un buon rapporto con un corpo senza vita, eppure non temo la morte e spesso amo ringraziare per la vita che mi è stata donata da Dio.
Un quadro di famiglia con la cornice nera, così la definisco la morte e ritengo però che come dice Gesù – lasciate che i morti seppelliscano i propri morti.
Così è stato per il corpo senza vita di mio padre, quando ero a Milano per il mio primo intervento chirurgico, e per quello di mia madre per il mio secondo intervento.
Ho sempre considerato la morte dei miei genitori come un accompagnamento verso una nuova vita sotto la loro protezione. Due interventi e due lutti terribili che mi hanno segnato ma che mi hanno aperto alla vita.
La riflessione nasce però molto tempo prima della morte dei miei genitori e il rapporto che ho con la morte non è cambiato, sono fatto per la vita e forse quando anch’io lascerò questa terra avrò ripudio per il mio corpo senza vita e sarò proiettato verso Dio.
Un corpo senza vita
Era lì, immobile, dentro la bara;
che brutto un corpo senza vita,
che brutta la morte.
Un quadro di famiglia con la cornice nera,
luci di speranza e fiori disperati.
Pensieri, spiegazioni, motivi.
E poi?
Solo sogni, solo ricordi
Ecco cosa resta della vita!
Un corpo privo di sensi in una bara
È un’anima senza corpo sulla terra.
È un richiamo di Dio o un addio?
Palermo 26 dicembre 1985